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In Guatemala il culto dell’aldilà è molto sentito, e molto diverso dal nostro. I morti, infatti, non sono ricordati in silenzio e “in nero”, ma con una grande festa con aquiloni coloratissimi e allegre grigliate!

Cimitero

Cimitero

Se secondo la nostra tradizione il lutto viene celebrato in nero, in silenzio e con un raccoglimento privato, in Guatemala è tutta un’altra storia. La tradizione locale, infatti, vuole che i defunti siano ricordati con colori vivacissimi e rituali allegri, proprio per onorarli e ricordare con piacere (se è possibile in tale situazione) i cari che non ci sono più.

I cimiteri in Guatemala, specialmente nei dipartimenti di Solóla, Chichicastenango e Xela (Quetzaltenango), sono infatti coloratissimi, e anzi, proprio per questo motivo sono diventati quasi una sorta di attrazione turistica. Le lapidi sono infatti coloratissime, perché le famiglie vogliono dipingere la tomba del loro caro che non c’è più con quello che era il suo colore preferito.

La cultura dell’aldilà, come avrete intuito, è molto sentita ed importante in Guatemala. Ogni primo Novembre si celebra la festa di Ognissanti, e tutti i morti vengono ricordati. Secondo il rituale tradizionale, le famiglie si recano al cimitero e “riordinano” la tomba, pulendo la zona adiacente, riempiendola di colori e fiori.

C’è inoltre un altro rituale che caratterizza questa giornata, ed è una sorta di festa degli aquiloni giganti. Oltre a decorare le tombe, le persone trascorrono la giornata al cimitero, vicino ai loro cari, organizzando grigliate e banchetti. Pensano che così trascorreranno la giornata insieme ai loro defunti.

La tradizione degli aquiloni giganti conta quasi tremila anni, e consiste in questo: ogni famiglia costruisce un aquilone gigante a partire da bambù, fil di ferro, carta e stoffe. Il tutto ovviamente con vivacissimi colori. Gli enormi aquiloni, che possono essere anche lunghi 30 metri, sono poi fatti volare nel vento; si pensa che attaccando dei bigliettini con i propri pensieri, questi possano arrivare ai defunti. L’aquilone che viene giudicato più bello, inoltre, vince anche un premio!

Fonte:

http://www.curiosone.tv/le-foto-degli-allegri-cimiteri-del-guatemala-105206/
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Il “grande buco blu”

The Great Blu Hole

La grande voragine blu

The Great Blue Hole (grande buco blu) è una profonda depressione sottomarina, formatasi per fenomeni carsici posta a circa 40 miglia dalla costa del Belize, di fronte a Belize City ed al centro dell’Atollo di Lighthouse Reef. Si tratta, in effetti, di una grande dolina carsica sommersa. Non si tratta di un fenomeno unico, vi sono altre voragini blu nel mare delle Bahamas e nel mar Rosso: esse si sono formate durante le glaciazioni, quando il livello del mare era circa 100 metri più basso dell’attuale. Quando il livello del mare è tornato a crescere alcune cavità carsiche sono state invase dall’acqua e sommerse: questo ha innescato un processo di dissoluzione delle sostanze minerali che, unitamente alla pressione dell’acqua, ha provocato il crollo della volta della caverna e la conseguente formazione della voragine. Il nome di ‘buco blu‘ che viene dato a queste formazioni è dovuto al repentino cambio di colore dell’acqua che, in corrispondenza dei suoi bordi, assume un colore blu profondo che contrasta con la sabbia circostante la quale ha un colore biancastro per l’alta presenza di carbonato di calcio. La depressione ha un diametro ci circa 300 metri ed una profondità di 124 metri. La presenza di stalattiti e stalagmiti conferma l’origine carsica del fenomeno nonchè il fatto che in origine essa fosse una cavità posta sulla terraferma. Il Blue Hole di Lighthouse Reef è stato reso famoso da Jacques Cousteau, che lo raggiunge con la Calypso nel 1971 per studiarne le profondità e che lo annoverò fra i dieci siti di immersione più interessanti al mondo. Oggi il Great Blue Hole è molto popolare fra i subacquei, attirati dalla possibilità di immergersi in un mare cristallino e ricchissimo di fauna ittica. In questo sito, infatti, oltre a tutta la fauna tipica della barriera corallina, vi si trovano moltissime specie di cernie giganti, squali nutrice, squali toro, squali martello e numerosi altre specie di squali di barriera, come lo squalo dalla pinna nera.

Fonte:

http://www.sciablu.it/articoli/great_blu_hole_lighthouse_reef_belize.php
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La violenza in Honduras

Il fotografo Sean Sutton ha passato tre settimane con la polizia del paese con il più alto tasso di omicidi del mondo

Il Washington Post ha pubblicato un reportage del fotografo Sean Sutton, che ha seguito per tre settimane un’unità della polizia investigativa della città di Tegucigalpa, la capitale dell’Honduras. L’Honduras è il paese con il più alto tasso di omicidi pro capite del mondo: nonostante non sia in corso una vera guerra, si verifica una morte violenta ogni 74 minuti. Secondo i dati dell’ONU, nel 2012 in Honduras ci sono stati 90,4 omicidi ogni 100mila abitanti. In Afghanistan, per fare un esempio di un paese in guerra, il numero di omicidi ogni 100mila abitanti è 12, di cui 6 sono collegati alla guerra e 6 hanno altre cause. La città più pericolosa dell’Honduras è San Pedro Sula, capitale del dipartimento di Cortés, che è anche la città più pericolosa del mondo: ci sono ogni anno 169 omicidi ogni 100mila abitanti.

Una ragazzina con sua mamma durante un raid della polizia nel Barrio Abajo, un quartiere di Tegucigalpa dove le gang sono più forti. (Sean Sutton/Panos Pictures for The Washington Post)

Una ragazzina con sua mamma durante un raid della polizia nel Barrio Abajo, un quartiere di Tegucigalpa dove le gang sono più forti. (Sean Sutton/Panos Pictures for The Washington Post)

La maggior parte degli omicidi che avvengono in Honduras sono legati alla guerra tra gang e al traffico di droga. Fino a vent’anni fa, la maggior parte della droga proveniente dal Sud America arrivava negli Stati Uniti sulle navi, attraverso il Mar dei Caraibi. Gli Stati Uniti però misero in atto alcune politiche per limitare questo tipo di traffico e perciò i narcotrafficanti cominciarono a trasportare la droga via terra, attraverso i paesi del Centro America. Nel frattempo finirono le guerre civili nello stato di El Salvador (nel 1992) e in Guatemala (1996), rendendo più sicuro questo tipo di traffico. Contemporaneamente, moltissimi membri di gang di strada dei ghetti delle più importanti città statunitensi, soprattutto di Los Angeles, si spostarono negli stati dell’America Centrale. Oltre a quelli che ci andarono per sfruttare queste condizioni potenzialmente redditizie per i trafficanti di droga, molti giovani vennero rimpatriati forzatamente dagli Stati Uniti.

 

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La città più violenta del mondo è San Pedro Sula

Nel 2013 compariva nella lista delle 50 città più violente del mondo San Pedro, in Honduras, che si posiziona in vetta per il secondo anno consecutivo: la città più violenta e pericolosa del mondo. Un inferno in terra, lo dicono le statistiche.

Circa tre persone sono intenzionalmente uccise ogni giorno nella città del nord-ovest dell’Honduras: un tasso di 169 omicidi ogni 100.000 abitanti. I dati sono stati raccolti dal Consiglio Cittadino per la pubblica sicurezza, la giustizia e la pace, un think tank messicano.

La feroce guerra per il controllo del narcotraffico tra cartelli rivali, infatti, e la corruzione hanno letteralmente messo in ginocchio la popolazione che ha paura anche solo a girare per strada. Tra le bande più potenti in zona la poderosa Mara Salvatrucha, detta anche MS-13. “Nella nostra città non si fanno indagini e la polizia fa finta di non vedere quello che accade”, rivela in lacrime la madre di una giovane vittima del narcotraffico, mentre il sindaco Juana Carlos Zuniga lamenta il fatto di non avere “gli strumenti adeguati per combattere la criminalità.

Nella lista delle città più pericolose e violente, dopo San Pedro Sula, c’è la città messicana di Acapulco. Caracas, Venezuela, si posiziona sul gradino più basso del triste podio. 39 delle 50 città più violente del mondo sono in America Latina. La prima città statunitense della lista è New Orleans, alla posizione 17, con 56 omicidi ogni 100.000 persone. Per quel che riguarda gli Usa nella lista ci sono anche Detroit, St. Louis, Baltimore e Oakland.

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Belize, il braccio della morte ora è vuoto

Il 13 luglio l’ultimo uomo in attesa di esecuzione in Belize, Glenford Baptist, ha ottenuto la commutazione della condanna a morte da parte della Corte suprema.Così, a 30 anni dall’ultima esecuzione nell’ex colonia britannica situata in America centrale – quella di Kent Bowers, impiccato per omicidio il 19 giugno 1985 – il braccio della morte è ora vuoto.Belize continua a resistere alle richieste delle Nazioni Unite e delle organizzazioni per i diritti umani diabolire la pena di morte. Ma lo svuotamento del braccio della morte e l’improbabilità che, a distanza di tre decenni, il boia torni in azione, fanno sperare che una legge abolizionista venga approvata presto. Nel 2015 il numero dei paesi che hanno abolito la pena di morte per tutti i reati ha superato il numero di 100. Con l’abolizione nelle isole Figi, Madagascar e Suriname, siamo arrivati a 101.

Fonte:

http://lepersoneeladignita.corriere.it/2015/07/30/belize-il-braccio-della-morte-ora-e-vuoto/
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