GUATEMALA

 

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Guatemala,nel mondo perduto dei Maya

8 settembre 2015

Partiamo da Tikal che significa “lugar de las voces de los spiritos“ed in effetti cosi è. La voce degli alberi secolari, degli animali, del vento attraversa questo meraviglioso luogo Patrimonio Unesco dal ’79. Oggi Tikal è un immenso parco nazionale grande 576 chilometri quadrati e lungo 24 chilometri ma fino al collasso del periodo pre-classico, era la potenza politica maggiore di tutta l’area guatemalteca. Una potenza evidente nel codice simbolico delle concezioni cosmiche Maya che permea templi e piramidi nel cuore della jungla: qui già dal 600 a. C. si scolpivano su steli di pietra le mappe del cielo. Tikal non fu mai distrutta da un esercito o da un invasore: fu semplicemente abbandonata. Per circa mille anni rimase sepolta sotto un intricato strato di vegetazione, fino a quando, nel 1848 i ricercatori Modesto Mendes, Ambrosio Tut ed Eusebio Lara portarono alla luce, nelle vicinanze della città, una stele con geroglifici. Anche in questo si esprime il fascino misterioso di Tikal: templi e piramidi intoccabili in quanto protetti dalla jungla e da metri di terra e foglie che avvolgono ancora oggi le tante costruzioni Maya non ancora portate alla luce.

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